Teobaldo Ciconi, poeta, giornalista, traduttore e drammaturgo, pur non avendo una pratica reale della scena, compose drammi che rappresentarono una vera e propria spaccatura e rivoluzione rispetto alla tradizionale drammaturgia del tempo; fu la sua assidua frequentazione di compagnie teatrali che gli permise di sviluppare e affinare un occhio attento al passaggio dal testo alla scena, tanto che la sua scrittura risultò visibilmente influenzata dal continuo sguardo al palcoscenico. Emilio Mattei lo definì «uno scrittore così veemente nel suo amore di patria, così puro e disinteressato nei suoi affetti e nelle sue amicizie, così alto nel suo concetto di arte, così sereno nelle sue sventure». Ma questi suoi – e di tanti altri – apprezzamenti non aiutarono Ciconi ad essere ricordato fino ai giorni nostri come uno dei più significativi drammaturghi ottocenteschi, tanto che ben poco si conosce di questo nobile e austero commediografo. Il suo nome risuona forse familiare a qualcuno perché legato ad un’opera come La statua di carne che è piuttosto conosciuta ma più per la sua riduzione cinematografica che per la sua reale origine drammaturgica. Ciconi si inserì nel nuovo indirizzo naturalistico della commedia italiana di cui Paolo Ferrari fu il più grande rappresentante anche se, nella realtà dei fatti, fu proprio Ciconi il vero e reale iniziatore in Italia del teatro naturalista tanto che Il duello del Ferrari, opera emblematica di questa corrente, uscì ben cinque anni dopo la morte dello stesso Ciconi.
Teobaldo Ciconi
Autore: Gaetano Oliva (a cura di)
ISBN: 9788897160007
Pagine: 950
Data di pubblicazione: Aprile 2010